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Ascolto Medio_chiavi

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1. Spaghetti alla puttanesca

Questa ricetta è originaria dell’isola di Ischia e ha tutto il sapore del Sud.

INGREDIENTI

?aglio, 1 spicchio tritato

?peperoncino, un pizzico

?olio extra vergine d’oliva, 2 cucchiai

?pomodori freschi o in scatola, pelati e tagliati a pezzetti, 400 g

?4 filetti d’acciuga sbriciolati con la forchetta

?olive nere snocciolate e spezzettate, 100 g

?capperi, 1 cucchiaio

?sale e pepe nero

?spaghettini, 450 g

Vino: un bianco secco (Vernaccia)

Per 4 persone; Preparazione: 10 minuti; Cottura: 25-30 minuti; Livello di difficol -tà: semplice

Mettete l’olio in una padella e fatevi soffriggere aglio e peperoncino finché l’aglio non avrà preso un bel colore dorato. Unite quindi i pomodori, i capperi e le olive e fate cuocere per 5 minuti circa.

Aggiungete i filetti di acciuga. Insaporite con sale e pepe e lasciate cuocere a fuo -co moderato per altri 15-20 minuti, finché l’olio non comincia a separarsi dal po -modoro.

Cuocete gli spaghetti al dente. Scolate e disponete in un piatto di portata caldo. Ver s atevi sopra il condimento e mescolate bene. Servite subito.

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2. I capelli del gigante

Una volta c’erano quattro fratelli. Tre erano piccolissimi, ma tanto furbi; il quarto era un gigante dalla forza smisurata, ma era molto meno furbo degli altri.

La forza ce l’aveva nelle mani e nelle braccia, ma l’intelligenza ce l’aveva nei ca -pelli. I suoi furbi fratellini gli tagliavano i capelli corti corti, perché re s tasse sem -pre un po’ fes s o, e poi tutti i lavori li facevano fare a lui, che era tanto forte, e loro stavano a guar d arlo e intascavano il guadagno.

Lui doveva arare i campi, lui spaccare la legna, far girare la ruota del mulino, tirare il carretto al posto del cavallo, e i suoi furbi fratellini sedevano a cassetta e lo gui-davano a suon di frusta.

E mentre sedevano a cassetta tenevano d’occhio la sua testa e dicevano:

- Come stai bene con i capelli corti.

- Ah, la vera bellezza non sta mica nei riccioli.

- Guardate quel ciuffetto che si allunga: stasera ci vorrà un colpetto di forbici. Intanto si strizzavano l’occhio, si davano allegre gomitate nei fianchi e al mercato intascavano i soldi, andavano all’osteria e lasciavano il gigante a fare la guardia al carretto.

Da mangiare gliene davano abbastanza perché potesse lavorare; da bere poi, glie -ne da v a n o ogni volta che aveva sete, ma solo vino di fontana.

Un giorno il gigante si ammalò. I suoi fratellini, per paura che morisse mentre era an c ora buono a lavorare, fecero venire i migliori medici del paese a curarlo, gli da -vano da bere le medicine più costose e gli portavano la cola z ione a letto.

E chi gli aggiustava i cuscini, chi gli rimboccava le coperte. E intanto gli di c evano: - Vedi quanto ti vogliamo bene? Tu, dunque, non morire, non farci questo tor t o. Erano tanto preoccupati per la sua salute che si dimenticarono di tener d’occhio la ca p igliatura. I capelli ebbero il tempo di crescere lunghi come non erano mai stati e con i capelli tornò al gigante tutta la sua intelligenza. Egli cominciò a riflettere, a osservare i suoi fratellini, a sommare due più due e quattro più quattro. Compre -se finalmente quanto essi fossero stati cattivi e lui sciocco, ma subito non disse nulla. Aspettò che gli tornassero le forze e una mattina, mentre i suoi fratellini dor -mivano ancora, egli si alzò, li legò come salami e li caricò sul carretto.

- Dove ci porti, fratello caro, dove porti i tuoi amati fratellini?

- Ora vedrete.

Li portò alla stazione, li mise in treno legati come stavano e per tutto saluto disse lo r o:

- Andatevene, e non fatevi più rivedere da queste parti. Mi avete ingannato ab b a -Ascolto Medio

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stanza. Adesso il padrone sono io.

Il treno fischiò, le ruote si mossero, ma i tre furbi fratellini se ne stettero buoni buo -ni al loro posto e nessuno li ha rivisti mai più.

da Favole al telefono di Gianni Rodari

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3. Un nuovo pianeta Terra

Un nuovo pianeta nel mezzo della Via Lattea, un globo con le stesse dimensioni della Terra e molto simile alla Terra, forse capace di ospitare una qualche forma di vita. Il corpo celeste, che non è ancora stato battezzato, è stato individuato da un gruppo di astronomi neozelandesi, australiani, italiani e americani che hanno annunciato la loro scoperta al congresso dell’American Astronomical Society. Il “New Zealand Herald”, in un’intervista al professor Philip Yock, che ha partecipa -to alle ricerche condotte dall’Os s ervatorio neozelandese di Mount John e di quel-lo australiano di Mount Stromlo, riferisce oggi che il nuovo pianeta ha una di s tanza dal suo “sole” simile a quella che separa la Terra dal nostro sole, un’orbita simile a quella terrestre, ha una massa leggermente superiore a quella del nostro pia n eta ed è probabilmente più pesante della Terra.

“Le condizioni di questo pianeta sono tali da consentire un qualche tipo di vi t a, anche se non nelle forme in cui la conosciamo noi”, ha detto Philp Yock. Secondo l’astronomo, è la prima volta che nel cosmo viene individuato un pianeta che pre-senta così tante analogie con il nostro. Quanto a “vedere” di r ettamente il nuovo pianeta, e quindi verificarne l’atmosfera e la presenza o meno di acqua, questo non è praticamente possibile: l’eventualità si riduce a una volta ogni milione di anni, quando si verificano le necessarie condi z ioni di allineamento.

Per scoprire il nuovo pianeta, che dista dalla Terra 30 mila anni luce, gli astrono-mi hanno utilizzato una nuova tecnica, basata sulle teorie di Einstein, secondo cui i pianeti possono essere trovati anche indirettamente, grazie al loro campo di gra -vi tà.

Negli ultimi tre anni sono stati trovati altri 17 pianeti, ma tutti troppo grandi, trop-po vicini ai loro soli e costituiti in prevalenza da gas. Il pianeta scoperto dal team di astronomi neozelandesi, australiani, italiani e americani è quindi non solo il di -ciot t esimo, ma è anche il miglior “candidato” a ospitare la vita in un altro siste m a solare. Secondo gli studiosi, infatti, le sue dimensioni, la sua massa, la sua colloca -zione e la sua orbita fanno del nuovo candidato un possibile nuovo “pianeta Ter -ra”.

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4. Medioevo

Data la difficoltà dei trasporti, evidentemente ogni zona consuma di pre v alenza i prodotti locali. E certo la differenza dei cibi è assai più forte che og g igiorno tra le classi dirigenti e il resto della popolazione. L’impressione che si riporta, scorren-do certe liste di pranzi ufficiali, è quella di una quantità enorme di carne, di sel-vaggina specialmente; e il tutto condito di salse spesse di spezie con accompa g na -mento di frutti, di dolci speziati, senza mai il respiro di un piatto leggero.

E la pesantezza di quel mangiare è come accresciuta per noi dal fatto che i no s tri antenati non si servivano di piatti, né di forchette, né di tovaglioli. Ado p eravano fet t e grandi di pane sulle quali appoggiavano con la salsa la carne, e lì la mangia-vano, si immagini con quali graziosi morsetti. La fetta di pane, e la parte che ri -maneva, veniva gettata in un recipiente al centro del l a tavola: elemosina per i po -veri. Se c’era una tovaglia, vi si pulivano le dita, sicché si doveva cambiarla piùvol t e durante il pranzo, nonostante che si ado p erasse anche l’acqua per risciac-quare bocca e mani.

Naturalmente la gente qualunque mangiava più semplicemente. Il cibo classico d’ogni giorno dell’anno per il popolo era la zuppa, dove era cotto un pez z o di lar -do, cioè del porco affumicato, salvo nei giorni di magro. Ma, lar d o o selvaggina spe z iata, certo è che si mangiava molto.

Finito il pranzo c’era la siesta. Scherzi e giochi. Si faceva sull’uscio l’artigiano a dir la sua coi vicini. Esplodeva allora quel gusto allegro, grossolano, di beffa an -che crudele, che è tipico del Medioevo.

La nostra città si avvia ormai verso la sera. Ancora lavora, ancora un pasto, ma piùleggero. Salvo il piccolo branco di giovani oziosi e sciocchi che faceva il giro delle strade e vi giocava a dadi, sempre in cerca di beffe, la gente con la stessa natu-ralezza con cui le galline, i cani e i porci con l’ombra della sera ritrovavano il lo -ro rifugio, si preparava a dormire.

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5. Il Carnevale di Venezia

Sembra strano a dirsi, ma la tradizione di maschere a Venezia risale ai secoli più bui. All’epoca dei monasteri, agli anni di paure e costrizioni che accompa g na r o n o l’arrivo del secondo millennio. Le cronache veneziane riportano infatti che giànell’XI se c olo, precisamente nel 1094, la città usava divertirsi nei giorni pre c e d enti la Q ua r e s ima.

Un divertimento che deve aver fatto particolare chiasso nel lungo silenzio del Me -dioevo, visto che da allora, nella storia della Serenissima Repubblica di Ve n ezia, si so n o susseguiti quasi senza soluzione di continuità balli, divertimenti e follie, con un’eco diffusa in tutto il mondo.

Tante sono le testimonianze di quella travolgente attitudine al divertimento. Nel 1571, ad esempio, si racconta che l’euforia della vittoria nella battaglia di Le p anto ispirò la sfilata di maschere esaltate in cui si celavano giovani travestiti da turchi, da negri, da svizzeri, da ortolani. Senza alcun dubbio, comunque, il Car n evale che piùdi tutti nei secoli scorsi ha contribuito a creare il mito dei fe s teg g iamenti in Laguna,è quello del Settecento: a quel tempo la pazzia durava giorni e giorni. Assaliva le genti di Venezia e quelle arrivate da lontano già ai primi di ottobre, con l’apertura dei teatri. Trovava un momento di quiete tra il 16 ed il 25 di c embre, poi riprendeva per durare sino alla mattina precedente la Quaresima.

Al Carnevale partecipavano tutti. Non si distingueva il patrizio dal popolano, il cit -tadino dallo straniero. Abitudine era in quel gran caos il passeggio di masche r e in Piazza San Marco, la sosta nei caffè. Nei casini e nei ridotti vicini si pratica v a invece il gioco d’azzardo, con le carte, il biliardo, la dama, morra e scacchi. Al periodo del Carnevale corrispondeva inoltre una ricchissima stagione teatrale, mentre molti con-certi si eseguivano negli stessi caffè e nelle case private.

In seguito alla caduta della Repubblica, anche la tradizione del Carnevale fu len t a -mente abbandonata, per ricomparire nel calendario delle manifestazioni popola r i so -lo in tempi recentissimi. La rinascita si fa infatti risalire ai nostri anni Set t anta: di fe -sta in festa, di maschera in maschera la voglia di follia ha in qual c he modo invaso le strade tanto da far nascere il Comitato per il Carnevale di Ve n ezia, un consorzio che riu n isce trentacinque società veneziane che operano nel campo della cultura, dello spettacolo e del turismo. Una festa che ogni anno attira circa un milione di persone.

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6. Piccole meraviglie d’Italia

Ho incontrato delle persone che parlavano dello sviluppo turistico della loro re g ione. Pro g ettavano di costruire porti, alberghi, abitazioni, centri commer c iali. “Ma cosa vo -l e t e fare della vostra terra?”, ho domandato loro. “Se co s trui r ete queste cose di s trug -ge r ete quel poco di natura, di pinete che ancora vi resta.” A poco a poco si estenderàdovunque un’immensa città monotona, brutta. Una città di pen s ionati, senza imprese, senza giovani, senza vita. Come è già ac c aduto sulla co s ta spa g nola, o su quella fran -cese.

L’Italia è un paese piccolo, bellissimo, con tremila anni di storia, dove ogni luogo, ogni pietra sono carichi di simboli e di ricordi. Ogni singola regione è un microco -smo. La Lombardia ha i colossi innevati e la pianura nebbiosa. La Toscana monta g ne di mar m o e coste coperte di pini. La Sicilia le rocce nere di Catania e quelle mie l e di Pa l ermo. E su questo territorio variegato so n o cresciute, nell’arco dei mil l en n i, le ci -vil tà greca, etrusca, romana, bi z an t ina, medioevale, rinascimentale, ba r oc c a, mo d er -na, città Stato e imperi. Una bellezza in miniatura, vulnerabile dal tu r i s mo di massa. Che, perfino quando non costruisce niente, ne altera comunque lo spi r ito. Pensiamo a Ve n ezia, l’orgogliosa capitale di un impero i cui palazzi, sul Ca n al Grande, era n o le dimore delle potenti famiglie patrizie, le cui navi hanno domi n ato il Me d iterraneo e combattuto, in cento battaglie, i turchi. Oggi quegli stessi pa l azzi sono alberghi e quel l o del doge un elegante contenitore per mostre e con v egni. Chi arriva incontra folle di turisti anonimi che mangiano, scattano fotografie e com p e r ano souvenir. Se vuol evocare il passato, se vuol vedere l’antica Venezia, deve ap p artarsi, cercare la so -litudine. Noi andiamo sulle spiag g e tropicali per trovare il so l e, il mare, l’eccitante pesca del barracuda. Non ci interessano i dettagli delle chie s e, le forme delle case, l’armonia di un giardino. Ma cosa vede un turista a Luc c a, a Roma, a Caserta se non è ca p a c e di percepire il valore simbolico delle forme?

Per sviluppare turisticamente il nostro Paese, le strade, gli alberghi, i giardini do v reb -bero amplificare questa percezione di armonia. O, perlomeno, non disturbarla. E v i t an -do tutto ciò che è violento, volgare, moderno, chiassoso. Come i grandi con d o m i n i, i centri commerciali sgargianti, le luci alogene che distruggono la notte. Si tratta, in fon d o, di rifare la scelta che alcune del l e nostre città, alcuni dei nostri più celebri luoghi turistici hanno già fatto. Prendete il golfo di Napoli. La costa che va da Poz -zuoli a Castellammare, costruita, cementificata, congestionata, povera, non ha più tu -ri s mo. Questo vi v e a Sorrento, Ravello, Amalfi, Positano, Capri, Ischia, do v e la natura è sta t a protetta, curata, dove l’architettura si armonizza dolcemente con l’am b ien t e. Luoghi rimasti intatti, stupendi, perché sono stati difesi come un santua r io.

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7. Il tempo

Meteo Radio, su informazioni del servizio meteorologico dell’Aeronautica. Questo è il tempo previsto fino alle 24.00 di oggi: al Nord e al Centro e sulle due iso l e maggiori, cielo nuvoloso, con possibilità di precipitazioni, che lo c almente saranno temporalesche. In particolare sul Friuli-Venezia Giulia, sul Trentino-Alto Adige e sul Veneto. Neve sull’arco alpino tra i 1.500 e i 2.000 metri. Al sud della penisola si prevede un aumento della nuvolosità a cui se g uiranno delle piogge. Le schia r ite al Centro e al Nord avranno carattere temporaneo. Temperatura in dimi -nu z ione. Venti deboli o moderati intor n o a Sud tendenti a nord-ovest. Dapprima sulla Sardegna, successivamente sul Tir r eno. Mari poco mossi, con moto ondoso in aumento, a partire dai ba c ini occidentali.

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8. Salvare la Torre di Pisa

La Torre di Pisa avvolta da un enorme cilindro con un diametro di 70 metri e una profondità di 40 e la sua base attraversata da un canale per la raccolta dell’acqua pio-vana. Uno spettacolo certamente deprimente per uno dei monumenti più belli del mon d o, già da anni sottoposto a terapia intensiva e proibito al pubblico ma, secon-do gli inglesi, l’unico sistema per salvarlo da un crollo inevitabile.

Ad elaborare l’ennesimo progetto salva-torre stavolta non è la mente contorta di qual c he stravagante ingegnere, ma un gruppo di stimati professori universitari. ?V o -gliamo veramente raddrizzare la Torre? Bene, ecco qua pronto un progetto in f al -libile?, hanno raccontato i cattedratici ai giornalisti, presentando l’anteprima di un pro g etto di grande complessità che sarà presentato domani a Londra. Al progetto, definito rivoluzionario, hanno lavorato membri del ?Campanile group?, un soda -lizio internazionale al quale aderiscono i migliori ingegneri e docenti universitari del Regno Unito e di altre nazioni. In anni di studi gli esperti del ?Campanile group?hanno stabilito che molti dei guai della Torre - 55 metri d’altezza e oltre otto secoli di anzianità - sono da addebitarsi al suolo argilloso di Piazza dei Miracoli, sul quale nel 1173 fu costruito il campanile. E in un’intervista al Sunday Times, Ozdeimer Keskin - uno degli ingegneri che hanno realizzato il progetto - ha spiegato che ?oggi sotto le fondamenta del monumento l’acqua scorre da nord a sud. Una volta isolata la Torre con il cilindro - ha aggiunto al quotidiano britannico - sarà possibile pom-pare l’acqua in modo inverso, cioè da sud a nord. L’acqua pompata porterebbe con sé particelle di suolo e provocherebbe una discesa controllata con conseguente con-solidamento della Torre?. Insomma, secondo il progettista, il siste m a garantirebbe entro bre v e tempo un monumento ?perennemente stabile?.

Ma per salvare la Torre basterebbe soltanto qualche idrovora e una ?panciera? di me t al l o? Assolutamente no - spiegano ancora gli scienziati - ma l’intervento facili -terebbe nel tempo ogni tipo di progetto per modificare l’angolo di pendenza al li -vello desiderato, e quindi salvare il campanile dal crollo.

Tutti i particolari del piano saranno presentati soltanto domani con mappe, calcoli e controcalcoli. Oggi la Torre si deve ?accontentare? del progetto avviato fra mille difficoltà finanziarie. L’équipe del professor Michele Jamiolkowski ha ben lavorato e la pendenza si è praticamente arrestata. L’ultimo spavento per il cam p anile piùfamoso del mondo non è però arrivato dai suoi problemi idraulici, ma dalle casse dello Stato. Per un decreto non convertito, infatti, erano stati ta g liati i fondi per con-tinuare il progetto. Poi, dopo molte proteste, i soldi sono ar r ivati. Almeno per ora.

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9. Inserti

-...Poi l’ultima cosa che volevo dirvi, e poi finiamo, è il discorso degli inserti. Ci sono gli inserti e io conosco solo gli inserti dei quotidiani del Nord. Ve li con -siglio, perché quelli del Sud non li ho mai letti, quindi quelli del Centro e del Sud non li conosco. Ci sono degli inserti interessanti; sulla cultura e sui libri, vi se -gna l o Il Sole 24 Ore alla domenica, per cui vi ho detto prima. La Stampa, al saba-to, un inserto tutto libri, dedicato a tutti i libri che escono in Italia.

-Quale giornale?

-La Stampa. Il Corriere, alla domenica, ha un inserto dedicato ai libri. L’Avve n ire, quello della CEI, se volete i libri cattolici, dovete prendere que s to inserto, si chia -ma Guttenberg ed è pubblicato al sabato, L’Avvenire, al sa b ato. Con l’Unità, ha anche una rubrica culturale; credo che sia la domenica. L’Unitàè del Partito Democratico della Sinistra. Poi ci sono gli inserti sul l a salute. Il più im p ortante è quello del Corriere del lunedì, che ha un in s erto tutto dedicato alla sa l ute, la prevenzione delle varie malattie, la diffusione, la cura delle diverse malattie. Lunedì il Corriere, l’inserto sulla salute. Poi ci sono gli inserti di at t ua l ità. At -tualità culturale e politica che sono per la Repubblica, Venerdì. Ve n erdìha que -sto inserto famoso tutto colorato, stampato a colori, molto bello, co m e grafica, e ci sono una serie di articoli mol t o brevi con... in una pagina sola, hanno uno stile molto sintetico, che sono dedicati agli argomenti di attua l ità, interviste ai vari personaggi.

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10. Intervista ad una cantante

V oci quattro: prima giornalista (G1), cantante (C.), secondo giornalista (G2), terzo giornalista (G3)

G1...Dire due parole su di te, bolognese, giovanissima, grandissimo talento mu s i -cale, non ancora esplosa forse, non ancora conosciuta (- per fortuna!) dal gran -dissimo pubblico, ma apprezzata da un pubblico più attento, più raffinato, insomma; soprattutto apprezzatissima dalla critica che ti ha molto, ma mol t o coc c olata, dal momento in cui ti ha scoperta. Dico bene?

C.Sì, dici bene.

G1Senti, hai già suonato o devi suonare ancora, devi cantare?

C.Ho già suonato.

G1Ah, senti, come è andato l’impatto davanti a 300.000 persone? Io so che tu, insomma hai fatto molti concerti, da sola, con Lucio Dalla ecc.. Però 300.000 persone credo che non capiti tutti i giorni di averle davanti.

C.Beh, sì, in effetti è molto diverso.

G2Un po’ di paura?

C.Sì, molta emozione più che paura.

G1Senti il pubblico, come era, caldo?

C.Molto!

G1Bello?

C.Bello, molto!

G1Quanto, quanto, quanto hai suonato, quanto...?

C.Abbiamo fatto due pezzi, avrò suonato 10 minuti in tutto.

G1Ah, quindi, poco. Avete suonato poco, ognuno di voi, in realtà?

C.Sì, sì, più o meno tutti facciamo due pezzi.

G1Senti, nella scheda che è stata data nel corso di una conferenza stampa io leg -go: “un autobiografismo che non si compiace di un’adolescenza, ribelle, sfron -tata e tenera, che la faceva somigliare alla protagonista del film “Senza tetto nélegge”. Ma cosa hai combinato, quando eri adolescente?

C.Ma queste sono cose che scrivono loro, io li lascio scrivere.

G2Senti, Angela, ma mi vuoi bene o no?

C.Io, molto!

G2Benissimo!

G1è il titolo della canzone di Angela che ha avuto anche un successo, insomma.

Quando è uscito un anno fa, ormai?

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C.Due anni fa.

G1Due anni fa. E ora, che cosa...?

C.Ora, stasera ho presentato due pezzi nuovi. Uno si chiama “Nessuna risposta”

e l’altro “Estasi”.

G1Sì.

C. E così, ho fatto la prova dal vivo.

G2Preferisco estasi, eh?

C.Eh?

G2Preferisco “estasi” a “nessuna risposta”.

C.Anch’io.

G1Hai testato con il pubblico, naturalmente.

C.Esatto.

G1Ma sta per uscire un disco, qualcosa?

C.Mah, ci sto lavorando.

G1Ho capito, ho capito. E, quindi, quest’estate tournée?

C.Tournée, si spera, sì. Io spero nel frattempo di fare pezzi nuovi, ogni tanto di

fa r e qualche concerto; più che una tournée vera e propria, vorrei proprio, così, fare pezzi nuovi e suonare ogni tanto.

G1Senti, sentiamo la musica di sottofondo molto..., che cosa, che cosa, c’è ades -so sul palco?

G3No, veramente, c’è solo un frastuono di sottofondo...

G1No, sentivo...

G3Sono in pausa. Non c’è musica in quest’istante.

G1Sentivo una specie di tarantella, allora (devo avere le traviggole), evidente-mente; no, succede?

G3No, non viene da qui, per lo meno, non viene da qui.

G1Va bene!

G2Senti, Paolo Testa, dobbiamo lasciarti, perché abbiamo un nuovo collegamen-to (- certo!) e ci sentiamo subito dopo.

G3Benissimo! Allora, intanto salutiamo Angela Baraldi.

G1Ciao, Angela, grazie!

C.Ciao, ciao!

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11. Gli studenti stranieri in Italia

V oci tre: giornalista (G.), studente (S.), presidente UXEI (P.)

G.Cala il numero degli studenti stranieri nel nostro paese. Molte le cause, tra cui

anche quelle di ordine burocratico.

S.I problemi che incontra uno studente estero, sono tanti. Quelli principali sono quelli, trovare soprattutto una camera, che non si trova più, oggi come oggi, e poi trovare lavoro, perché molti di noi purtroppo non hanno la borsa di studio.

E, quindi, per vivere qua devono lavorare.

G.è la testimonianza di Mohamed Bussuri, un giovane studente somalo dell’Uni -

versità di Perugia, intervenuto all’incontro promosso nel capoluogo umbro dal segretariato regionale UXEI, sul tema “Presenza degli studenti esteri in Ita l ia,

e nuove norme di accesso all’Università italiana”. Norme che non sono state

accolte favorevolmente dalla popolazione studentesca estera. Soprattutto per i nuovi ostacoli che si verrebbero a frapporre per il rilascio dei permessi per stu -di. E la conseguenza, come sottolinea il presidente nazionale dell’UXEI, è che in Italia ci saranno sempre meno studenti stranieri.

P.Purtroppo non verranno, facendo sì che questo fenomeno di abbandono dell’U-n i v ersità italiana si prolunghi e si accresca, se si tiene conto che da oltre 10 an -ni a questa parte, la diminuzione di studenti universitari esteri alle nostre uni-versità è di circa mille e cento all’anno.

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12. L’oroscopo

V oci tre: Francesco (F.), Tiziana (T.), astrologo (A.)

F.Altra telefonata in linea, sentiamo con chi possiamo parlare; pronto?

T.Pronto!

F.Ciao! Buonasera, come ti chiami?

T.Tiziana.

F.Quando sei nata?

T.Il 30/6/72.

A.Ciao, Tiziana, 30 giugno del ’72. Cosa vuoi sapere, Tiziana?

T.Sull’amore.

A.Sull’amore.

F.Sull’amore. Da dove ci telefoni?

T.Palermo.

F.Da Palermo.

A.Ah, finalmente Palermo ha ripreso a funzionare.

T.Eh, sì.

A.Ah, adesso sarete tutti felici perché la scorsa settimana si lamentava che... F.C’erano forse dei problemi in ascolto.

T.Sì, infatti... Non riuscivo a prendere la linea.

A.Allora, ti devo dire... Benissimo, Francesca, sei tu?

T.No, Tiziana.

A.Tiziana. Ancora una settimana senza lode e senza infamia. Caratterizzata que -

sta settimana, che andrà dal punto fino al giorno 10-11, ancora da alti e bassi in quasi tutti i settori della vita. Ma non ti devi abbattere perché stanno arrivan-do dei tempi molto, ma molto buoni. Non bisognerà mettere a dura prova l’equilibrio e la comprensione per quanto riguarda i sentimenti, perché la ten-denza a essere polemici da parte tua cercherà di prendere sopravvento e dovràessere assolutamente scongiurata, questa tua tendenza a essere molto polemi-ca; non devi fare polemica, non devi fare chiacchiere. Dovrai tenere stretta-mente sotto controllo la tua inquietudine e la tua intolleranza. Si vede che sei molto inquieta e molto cattivella, molto, ti arrabbi spesso.

T. E sì, infatti.

A.Non bisogna correre il rischio di provocare tensioni e contrasti all’interno dei

sentimenti. Sarà più che mai necessario fare affidamento sulla comprensione e sull’appoggio di persone che ti sono vicine senza, naturalmente, siamo sempre lì, sen z a esasperarle. Quindi, da parte tua un po’ di calma, perché, passati que -Ascolto Medio

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sti 10 gior n i che sono, diciamo, con alti e bassi, non sono tanto buoni, vedrai che già dal l a prossima settimana ci saranno dei momenti migliori, e già si potràco m inciare a discutere seriamente.

T.Poi, posso chiedere un’altra cosa?

A.Eh…

F.Vediamo se riusciamo, eh?

T.Siccome io sono di maturità quest’anno...

A.Ah, per, per la scuola?

T.Sì.

A.Allora, è una cosa che...

F.Non potremmo farlo! Velocissimi, però.

A.Allora, in questi giorni la tensione è grande e aumenterà ancora la tua tensione

per c hé sarai molto ricca, già questa settimana e la prossima settimana saranno ricche di impegni, quelli appunto scolastici, perché grazie a questi impegni che tu supere r ai, quindi già ti ho dato la risposta, ci saranno attuali, ci sono già at -tuali possibi l ità e aspirazioni. E qui c’è un’altra cosa da dire: controllare gli im -pulsi, evitare le pa r ole di troppo, certi scatti di rabbia e insofferenza – sempre quello – si vede che sei proprio, che ti ammatti e ti arrabbi. Comunque, per quanto riguarda la scuola non ci saranno problemi; però, non partire con... di -cendo “tanto non me ne frega niente, tanto sarò promossa lo stesso” perché dai, facciamo, pigliamo un bel voto alto, dai.

T.Magari!

A.Dai, alto. Senza andare col 36, andiamo un po’ al 60, ...non dico, però 48, 49. T.Magari!

A.Va bene?

T.Va bene.

F.Grazie, Tiziana!

T.Francesco, sei simpaticissimo!

F.Troppo gentile! Grazie!

T.Ciao! Ciao!

F.Ciao! Buonanotte! Adesso c’è...

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13. La nazionale dei cantanti

V oci due: Paolo Vallesi - conduttore (P.V.), cantante (C.)

P.V....va bene. Senti e la nazionale dei cantanti ti ospita ancora, anzi, mi pare che tu stia...

C.Sì, sì, ci... stiamo bene, abbiamo ricominciato anche a vincere ultimamente, e

que s to ci fa bene, insomma...

P.V.So che tu sei uno degli artefici di questo nuovo corso del ringiovanimento della squadra?

C....No, non parlerei di...

P.V.I senatori stanno cominciando a vacillare, no?

C.Non parlerei di ringiovanimento e comunque non sarei mai all’altezza; lì c’è Ra -

mazzotti il presidente che decide. Ed è chiaro, insomma, c’è un po’ la voglia nei giovani, scalpitano, no? e vogliono giocare e quindi è giusto anche così; un po’di rotazione perché, se no, sai, succede che se nessuno va mai via, fra 10 anni la nazionale invecchierà senz’altro.

P.V.Anche perché Morandi è molto bravo, ma quanti anni ha ormai?

C.Lui non lo so. Ne avrà 46, però tra l’altro fisicamente non è che ha niente da in -

vidiare a..., a noi.

P.V.Assolutamente. Ma poi è uno che la prende molto sul serio, si allena sempre.

C.Sì, sì, è capace di correre 90 minuti lui magari, che noi. Però è giusto, un po’ di

ro t azione proprio per far sì che tutti giocano e tutti si divertono.

P.V.Quali sono i giovani per finire, e poi ti lascio andare, (- Sì) più interessanti ar r i -va t i in questi ultimi tempi in squadra?

C.Mah, fortissimi..., va be’, Ligabue, però lui c’era prima di me, per cui è già 3

anni che c’è, però lui è molto forte; però, ultimamente è arrivato Gatto Panceri, la riscoperta di Biaggio Antonacci, che è arrivato non calciatore, invece si sta sco p rendo calciatore.

P.V.Ha imparato adesso, in pratica...

C.Così come Carbone, insomma, stanno migliorando. Poi c’è Tiziano Cavalieri

che è fortissimo, e gli auguro anche un grande futuro discografico, perché in -som m a...

P.V.Di solito le cose vanno anche di pari passo. Perfetto, l’appuntamento è rinviato

a domani con Paolo Vallesi su Radio Deejay. Ci vediamo domani.

C.Ciao, Paolo.

Ascolto Medio

23

14. Pubblica sicurezza

V oci due: conduttore (C.), agente (A.)

C.Che ti è successo, scusa Lino, di così drammatico?

A.Ah, ma veramente niente! Sto lavorando.

C.Che lavoro fai?

A.Sono un P.S.

C.Un P.S., yeh, yeh! Cioè, un socialista?

A.No!

C.Ah, no! Eh, che è?

A.Un agente.

C.Pubblica sicurezza?

A.Affermativo.

C.Tanto l’avevo capito. Senti, poi però, pubblica sicurezza, può la pubblica sicurez-

za rendere più sicura la telefonata abbassando il volume della radiolina che ha lìsottomano?

https://www.wendangku.net/doc/c210049629.html,e no?

C.Grazie, agente.

A.Eh, mi prendi per i fondelli, ti diverti?

C.No, no! Per carità, che, che, perché? Oh, oh, perché dici questo? Che vuoi fare?

Non ho capito.

A.Eh, al limite, se mi dai il tuo numero di targa, glielo passo alle autovetture, dopo

di che, lasceremo fare a loro.

C.Ah, sì, che mi fanno? Sentiamo.

A.Beh, ti fanno un salutino, no?

C.Un salutino?!

A.Ti offrono il caffè.

C.Mah, gua..., io sono talmente prudente, talmente un guidatore modello che sol -

tanto il caffè possono offrirmi.

A.No, visto che all’Alberto l’abbiamo già beccato.

C.Alberto Bisi?

A.Affermativo!

C.Veramente? Ellà, ma siete…

A.Eh, ci siamo fatto quattro risate.

C.Siete, siete cattivi, eh?

A.Eh, no, per l’amor di Dio, per gli amici mai, guarda.

C.Ma, perché, ce l’avete con noi? Non ho capito.

A.No, per l’amor di Dio; invece devi sapere che vi seguiamo sia giorno e notte. C.Meno male, meno male.

24Ascolto Medio

A.Meno male; almeno quello, no dici tu? Almeno siete voi che ci tenete compa -

gnia visto che... Quell’amico, te hai detto che dovremmo fare il cuore solitario:’ste ragazze manco ce guardano...

C.Perché non vi guardano, il fascino della divisa, io so che molte donne sono at -

tratte dalla divisa. Tante volte...

A.Ma va, ando stanno?

C.Tante volte lasciano voi fuori dalla stanza da letto e portano a letto la divisa sol -

tanto.

A.Ah, la divisa soltanto!

C.Addirittura; no, me l’hanno raccontato che loro amano le divise, le ragazze. A.Ah, la divisa, ma non chi la porta!

C.Sì. Dipende, dipende anche, è ovvio, no? Anche gli agenti, anche tra gli agenti

ci sono quelli che piacciono di più e quelli che piacciono di meno.

A.Eh, guarda caso, però.

C.Tu sei uno che piace?

A.Sì, ma piaccio alle persone sbagliate, guarda caso.

C.Sbagliate, va be’ e allora va be’! L’importante è piacere a qualcuno; pensa a

quelli che non piacciono né a quelle giuste, né a quelle sbagliate. Pensa che tra -gedia! Almeno, almeno...

A.No, mo’ ti dico una cosa. Perché non lanciamo un messaggio?

https://www.wendangku.net/doc/c210049629.html,ncia tu e poi ci salutiamo, dai, lancia!

A.Che lancio io, cavolo...! No, nel senso, io al limite ti posso lasciare il numero, se

qualche ragazza che mi vorrebbe...

C.Ah, ho capito!

A....chiamare per sbaglio, non è che dico...

C.Va bene, vediamo, se richiama, poi ti mettiamo in contatto con lei, va bene? A.Ma il numero glielo lascio alla Morena?

C.Eh sì, penso che il numero l’abbia già preso la Morena, no?

A.No.

C.Eh, allora, richiama e lascia il numero alla Morena, va bene?

A.Va benissimo!

C.Ti aspettiamo, ciao! A presto!

A.Ciao, a presto!

C.Buonanotte e buon lavoro soprattutto. 035879294...

Ascolto Medio

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15. Due scrittori confessano

V oci tre: Dino Buzzati (B.), giornalista, Goffredo Parise (P.)

B.Il fatto è che io di indole proprio sono quasi visceralmente pessimista. E pensare

che né che questo pessimismo mi sia nato da tristi esperienze. Devo ammettere che complessivamente nella famiglia, negli studi, nel lavoro, nella salute, io com p les -sivamente sono stato un uomo fortunato, non posso lamentarmi. Eppure io ho avuto sempre questa sensazione, come se dovesse succedere qualcosa di triste e di brut-to. Soprattutto io sono in un posto tranquillo e silenzioso come in campagna e ho come la sensazione che da un momento all’altro debba capitare qualcosa di cata-strofico; non so, come un bolide, un meteorite che piombi sulla terra e la sfasci, una roba di questo genere qui. Questo l’ho avuto sempre. E questo nei racconti proba-bilmente si simbolizza, si può dire così, si estrinseca in questa minaccia diffusa nel-l’aria che circonda molti dei miei personaggi. Penso che sia così. Tutto a parte, uno scrittore è difficile che possa essere un buon interprete delle cose che ha scritto e dei personaggi che ha messo al mondo.

Ora il grande romanziere e narratore Goffredo Parise, seduto in Piazza San Marco a Ve -n e z ia ci farà scoprire come la Piazza sia un’opera vivente, un palcoscenico in cui si rap -presentano scenari magici, costruiti dalla gente che l’attraversa da innumerevoli anni. P.Questa è la Piazza San Marco; è la prima Piazza San Marco che ho visto nella mia vita, quando avevo 3 anni, 4 anni. E poi a 5 anni, l’ho vista com’è ora ed è rima s ta la più grande emozione estetica della mia vita. Ho scelto la Piazza San Marco non tanto perché sia un’opera d’arte, nel senso che s’intende convenzionalmente, cioèl’opera di un individuo, di un architetto, di un artista. Ma perché è una grandissi-ma opera d’arte della vita, cioè è la sua vitalità, il suo movimento, la sua di n amica che la rende, che dà delle grandi emozioni, insomma; non si..., non è soltanto la chie s a o la piazza, o il senso delle proporzioni; è proprio tutto quello che ci gi r a in -torno: dai piccioni alle pasticcerie, dal Florian alle orchestre di caffè. Non si puòpen s are una Piazza San Marco astratta, museificata. Si deve pensare proprio una...

come un’opera d’arte viva, in progress, come si direbbe. In fondo, il mio primo romanzo, quello che ho scritto a 18 anni, “Ragazzo morto e le come t e”, pratica-mente si può dire che l’ho scritto in Piazza San Marco, in quanto abitavo qui vici-no, avevo una stan z a qui vicino. E anche il secondo romanzo, “La gran d e vacan-za”. In sostanza io ho scritto due libri, devo due libri a Venezia, ma in particolare,

a Piazza San Marco.

26Ascolto Medio

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